

Cappello nero
Fu La Marmora in persona a volerlo così.
Il cappello, in origine detto SCHAKOS, era una “coppa” di feltro nero, rotonda (con eventuale calotta di ferro per proteggersi dalle sciabolate dei cavalieri), che andava restringendosi dal basso verso l’alto, con una tesa piegata tutt’intorno.
Gli scopi erano due:
- Riparare il bersagliere dal sole e dalla pioggia
- Impedire al bersagliere di riposare con la testa appoggiata a terra (La Marmora infatti voleva che i suoi ragazzi stessero sempre in piedi, fossero sempre pronti all’attacco)
Perché il cappello viene portato alle “ventitrè”?
Fu un caso e fu lo stesso La Marmora a volerlo così.
Egli volle assistere alla vestizione del primo bersagliere, il sergente Vayra, che da li a poco sarebbe stato sottoposto all’esame del Re per approvare la nuova divisa.
Per saggiare la sua sveltezza La Marmora prese a lanciargli da lontano i vari capi di vestiario. Ad un certo punto gli lanciò anche il cappello, ma Vayra era sbilanciato e fu costretto a “pararlo” con la testa. Il cappello si piegò sulle ventitrè andando a coprire l’orecchio destro del sergente. La Marmora esclamò: “Fermo, fatti vedere. Non muoverlo. I bersaglieri lo porteranno così. Darà loro un’aria sbarazzina che non mi dispiace.”
Da allora il cappello viene portato inclinato sul lato destro del capo modo da tagliare a metà il sopracciglio e da passare sul lobo dell’orecchio.
Il piumetto o pennacchio
La Marmora studiò diversi copricapi e optò alla fine per quello con il “piumetto”.
All’inizio i soldati ebbero un pennacchio formato con penne di cappone nero naturali e piume di struzzo di color verde chiaro per gli ufficiali. Qualche tempo dopo anche questi adottarono quello della truppa.
Inizialmente erano di gallo cedrone (o urogallo), ma tale uccello impossibilitato a fornirne di sufficienti e, per di più, da decenni ormai ridotto a pochissimi esemplari, non possiede piume cadenti e flessibili come quelle del piumetto dei Bersaglieri, né così lunghe.
Il piumetto deriva invece da un pennuto asiatico, chiamato “Gallo d’India”.
In un primo tempo della creazione del corpo il copricapo degli ufficiali restò la feluca ornata da piume verdi di struzzo.

Il Fregio
Il fregio è in metallo di colore oro: bomba da granatiere con fiamma a sette lingue, cornetta da cacciatore e due carabine intrecciate. A differenza dei fregi delle altre armi, dove la fiamma sale dritta, quella del Bersagliere è inclinata, fuggente, che resiste al vento senza mai spegnersi, a rappresentare la velocità del soldato proteso con tutte le sue forze all’assalto a significare quindi l’impeto bersaglieresco.
Nel 1836 la coccarda era di colore celeste azzurra. Divenne tricolore nel 1848.
Il numero sul cappello piumato
Gli ufficiali ed i Sottoufficiali portano per sempre il numero del primo Reggimento/Battaglione di assegnazione ad eccezione dei Comandanti di Reggimento che assumono e conservano quello del Reggimento comandato.
Sul berretto rigido il fregio è tradizionalmente portato ricamato e la sommità della fiamma a sette punte deve andare a “sbordare” sulla parte superiore del berretto. Gli ufficiali di altre armi/corpi (sanità, arma TRAMAT, Amm/Comm, ecc..) che prestano servizio in reggimenti bersaglieri indossano sulla grande uniforme il cappello piumato recante il fregio dell’arma/corpo di appartenenza.