
Alessandro Ferrero della Marmora nasce a Torino il 27 Marzo 1799 durante il periodo di occupazione napoleonica. All’età di quindici anni (1814), La Marmora viene nominato sottotenente nel corpo dei “Granatieri Guardie” del ricostituito Esercito Sardo-Piemontese. Il 1815 vide il giovane Alessandro con il suo nuovo grado, partecipare alla campagna contro Napoleone, appena rientrato in Francia dopo la sua permanenza forzata all’isola d’Elba. Gli studi che affrontò negli anni successivi per approfondire la sua preparazione militare negli aspetti ordinativi, tecnico-tattici e nella sperimentazione e sviluppo di nuove armi da fuoco, lo convinsero sempre più della necessità di formare un corpo di soldati diverso per scopi e prestazioni da quelli all’epoca presenti.
Un gruppo di uomini addestrato per operare con estrema celerità, iniziativa e spirito offensivo. Così, nonostante l’avversione dei settori più conservatori dell’Esercito Piemontese, con la firma di Re Carlo Alberto sul Regio Decreto del 18 Giugno 1836, La Marmora riuscì nel suo intento costituendo la prima compagnia dei suoi “Bersaglieri”. Il 1° Luglio il reparto è così formato: Comandante Alessandro La Marmora; Comandante di plotone Muscas, Viani, Lyons; Bersaglieri 115, in gran parte provenienti dai “Granatieri Guardie”. Il Bersagliere sergente Giuseppe Vajra, è stato il primo fante piumato presentato da La Marmora al re Carlo Alberto. Per il battesimo del fuoco dei suoi Fanti Piumati La Marmora dovette attendere ben dodici anni (8 aprile 1848), quando sul ponte di Goito affrontarono le forze austriache. Fu proprio in quella occasione che La Marmora fu ferito alla mascella da una pallottola nemica, ma, sebbene non guarito completamente, tre mesi dopo, i Bersaglieri videro nuovamente il loro fondatore alla propria testa per tutta la durata della campagna. Successivamente, nel 1855, con il grado di Tenente Generale, ottiene il comando del Corpo di Spedizione in Crimea, del quale fecero parte cinque battaglioni Bersaglieri di formazione.
Ma qui il colera miete molte vittime fra i soldati, per cui La Marmora si sente in dovere di assisterli in qualche maniera nel dolore. Così, incurante del contagio, incominciò a recarsi presso le infermerie per accertarsi dello stato di salute dei ricoverati. Ma la malattia non risparmiò neanche lui, così, dopo alcuni giorni di sofferenza, il 7 giugno 1855 alle 01.30, Alessandro Ferrero della Marmora spirò.